Statale 248
Le minuscole perle di pioggia sul parabrezza riflettono il bianco dei fari delle automobili e tutti i colori delle insegne al neon: il rosso, il verde, il giallo e il blu con cui i centri commerciali e i grandi magazzini si affacciano ai due lati della larga e dritta strada statale che stai percorrendo. A intervallare questi paradisi dello shopping familiare, enormi magazzini offrono di tutto, tutti altamente specializzati. Spaccio della Scarpa, Casa del Camice o l'anglosassone Jeans Factory Outlet; Martino il Re del Pneumatico, Non Solo Camino a Legna; neppure il fornaio ed il pasticciere hanno resistito al gigantismo, e così incroci capannoni su cui le scritte luminose sei metri per due promettono Il Pane di una Volta oppure Bigné... E Non Solo!
Guidi oltre il limite di velocità, nonostante la possibilità di incappare in qualche autovelox, nonostante la strada bagnata e nonostante la scarsa visibilità dovuta a una pioggia impalpabile e tanto leggera da non costringerti ad azionare i tergicristalli.
I posteggi dei centri commerciali sono vuoti; solo quando superi l'insegna Gianni Ristorante Pizzeria Americanbar puoi vedere qualcosa come un centinaio di automobili parcheggiate di fronte a una cascina ristrutturata. Anche la ristorazione sembra essere all'ingrosso, in questa piatta monotona pianura.
All'interno dell'abitacolo fa caldo. Fuori, fuori ci saranno si e no un paio di gradi sopra lo zero. Lei, lei era infreddolita quando vi siete salutati. Infreddolita e imbronciata, ma soprattutto sorpresa che te ne andassi via all'improvviso, come all'improvviso eri arrivato.
Dopo molti chilometri ti accorgi di non aver oltrepassato nessun centro abitato. Di tanto in tanto, ad un incrocio col semaforo lampeggiante, cartelli stradali indicano di svoltare per raggiungere paesi e piccoli borghi, ma dalla statale non riesci a scorgerne neppure una luce.
Credeva che te ne stessi andando a causa del posto dove viveva, a causa di quella provincia dove era intrappolata. Credeva che nonostante la sua presenza tu ti stessi annoiando. Credeva che stessi scappando da tutto questo. Credeva che stessi scappando da lei.
Guidi oltre il limite di velocità, nonostante la possibilità di incappare in qualche autovelox, nonostante la strada bagnata e nonostante la scarsa visibilità dovuta a una pioggia impalpabile e tanto leggera da non costringerti ad azionare i tergicristalli.
I posteggi dei centri commerciali sono vuoti; solo quando superi l'insegna Gianni Ristorante Pizzeria Americanbar puoi vedere qualcosa come un centinaio di automobili parcheggiate di fronte a una cascina ristrutturata. Anche la ristorazione sembra essere all'ingrosso, in questa piatta monotona pianura.
All'interno dell'abitacolo fa caldo. Fuori, fuori ci saranno si e no un paio di gradi sopra lo zero. Lei, lei era infreddolita quando vi siete salutati. Infreddolita e imbronciata, ma soprattutto sorpresa che te ne andassi via all'improvviso, come all'improvviso eri arrivato.
Dopo molti chilometri ti accorgi di non aver oltrepassato nessun centro abitato. Di tanto in tanto, ad un incrocio col semaforo lampeggiante, cartelli stradali indicano di svoltare per raggiungere paesi e piccoli borghi, ma dalla statale non riesci a scorgerne neppure una luce.
Credeva che te ne stessi andando a causa del posto dove viveva, a causa di quella provincia dove era intrappolata. Credeva che nonostante la sua presenza tu ti stessi annoiando. Credeva che stessi scappando da tutto questo. Credeva che stessi scappando da lei.