Da questo blog e' stata tratta una storia vera

29.11.06

la timidezza è per i collezionisti di vinili

Lei, per lei è solo un gioco: sostenere i tuoi sguardi, sorriderti maliziosa mentre lui non guarda. Perché dopotutto lei, lei ti ha conosciuto perché sei un collega del suo ragazzo. Lei, lei la vedi e la frequenti solo in compagnia del tuo collega, del suo ragazzo.
Ma lei arrossisce quando le dici:
"Sei sempre bella, ma che bella vestita così".
Arrossisce, poi guarda con la coda dell'occhio dov'è il suo ragazzo, il tuo collega.
Si avvicina, ti sussurra "Grazie" sfiorandoti il lobo dell'orecchio con le labbra. Si ferma un attimo, poi ti bacia sulla guancia.
E' una cosa che hai dovuto imparare: superare la timidezza e fare un complimento, sincero, a una ragazza. E se glielo dici come se si trattasse di una valutazione assolutamente oggettiva, ci casca. Sempre.

28.11.06

Mi piacciono gli happy end

Quella volta che ti ha accompagnata a casa dalla festa, quella volta te lo saresti anche fatto. Avevano caricato un po' troppo i tuoi vodka lemon e, per quel che ti puoi ricordare, da un momento all'altro eri ubriaca marcia. Chissà come saresti tornata a casa, se non fosse stato per lui. Ti ha accompagnato fino a sotto il portone, ma poi ha dovuto frugare nelle tue tasche per trovare le chiavi, infilarti nell'ascensore, poi nell'appartamento giusto, guidarti fino in camera tua, farti sedere sul bordo del letto e toglierti le scarpe. E per tutto il tempo hai continuato a ridere. Quando ha finito di armeggiare con le scarpe, vi siete guardati negli occhi, e tu hai smesso di ridere. In quel momento, per la prima volta, hai avuto una gran voglia di farti scopare da lui; lui si è avvicinato al tuo volto e ti ha baciato in fronte, per poi alzarsi di fretta e correre fuori da casa tua. Finocchio.
L'avevi conosciuto qualche tempo prima in università, gli avevi chiesto se poteva passarti i suoi appunti di estetica e lui ne era tutto entusiasta. Poco tempo dopo aveva proposto che magari, cioè, se non avevi nulla in contrario, ecco, forse, si poteva studiare assieme.
Le tue coinquiline, loro lo odiavano per la sua abitudine di venirti a trovare anche la domenica, attaccandosi al campanello ad orari improponibili per chiunque abbia una normale vita sociale.

Waaaaa, che fiera delle banalità! Vabbé avete capito come va avanti: lei non se lo scolla più e fa di tutto perché lui ci provi, in modo da poterselo finalmente levare dalle palle.

Fast forward a:

Caffetteria universitaria - Interno, giorno
Lei: "Scusami, io non avevo capito che tu tenessi tanto a me..."
Lei: "Se vuoi possiamo ancora vederci, no?"
Lei: "Anche tu mi piaci, ma non in quel modo..."
E, ovviamente:
Lei: "Possiamo rimanere amici."
Lui: "Se volevo un amico, mi prendevo un cane".
Lui si alza e se ne va.
Dissolvenza.
Fine.

27.11.06

Cribbio

Oggi è lunedì, e come ogni lunedì, il Manifesto non è in edicola. Per fortuna che c'è Libero a giocare con titoli ironici e fotografie a mezza pagina.

Quando è finita, è finita

Ci sieamo visti per un po', poi ho preferito non rispondere più alle sue chiamate: stava diventando troppo assillante. E adesso si mette a vendere online i regali che le ho fatto. Che stronza.

26.11.06

User e password

Non lo fai di frequente, non più almeno: una volta ogni due o tre mesi al massimo. Non lo fai con vero interesse: potresti anche evitarlo, ma magari ti annoi, non sai come perdere tempo al computer dopo il lavoro, e conosci la password della sua mail.
Te l'aveva data lei, un paio di anni prima, quando vi frequentavate: ti aveva chiamato dal cellulare mentre stava andando a un casting, le serviva la via ed il numero civico dell'agenzia, indirizzo contenuto in una mail che aveva dimenticato di trascrivere. Dopo quella volta, non avevi più controllato la sua mail. Non per il tempo in cui stavate assieme, per lo meno. Dopo, non hai potuto farne a meno, e la password era particolarmente facile da ricordare.
Non che le mail che riceve siano particolarmente interessanti: solitamente si tratta di proposte di casting e lavoretti da hostess, mentre gli amici le scrivono solo quando mandano a tutta la loro agenda le catene di santantonio, solitamente richieste di aiuto per bambini con leucemia in cerca di donatori di midollo o per cuccioli di labrador in cerca di casa... Peccato che questi messaggi girino da almeno cinque anni, i cuccioli hanno avuto il tempo di diventare adulti e filiare a loro volta, così come la loro progenie, mentre il bambino farebbe meglio a trovare un donatore tra i suoi familiari, invece di cercare un donatore con DNA simile al suo attraverso internet. Ti viene da chiederti perché, tra tutte le catene che intasano la tua mail e quella della tua ex, l'unica che ancora sarebbe attuale, la petizione online per aiutare le donne di Kabul a uscire dal medioevo afgano, quella non gira più.
Di tanto in tanto, sempre meno frequentemente, le scrive qualche sua vecchia conoscenza dell'università. Chiedono come sta, cosa sta facendo, la aggiornano sulle loro vite, e chiedono se sia ancora in contatto con questo o quest'altro. Alcuni insistono anche, ma solo uno di loro è arrivato a scriverle un ultimo, stizzito messaggio in cui la rimproverava di non avergli mai risposto. Solo quella volta hai pensato di usare la sua mail, scrivere indietro a questo tizio e raccontargli dell'incidente. Ma non l'hai mai fatto.

Non fiction

Conosci una ragazza, andate a bere qualcosa in un café del centro.
La reincontri un paio di giorni dopo, allo stesso bar, in una noiosa domenica di fine Novembre, sola, mentre sorseggia un thé verde.
Ora è nel tuo letto, dove ha dormito tutto il pomeriggio, lamentandosi della sua gastrite o di tutto quello che ha bevuto la sera precedente.
"Prova a vomitare"
"Non mi viene"
"Mettiti due dita in gola"
"Riesco a prendere in bocca trenta centimetri di cazzo, figurati se due dita mi fanno qualcosa."